LA RISPOSTA DEL CERVELLO UMANO ALLA STIMOLAZIONE DI PUNTI DI AGOPUNTURA POSTI SULLO STESSO MERIDIANO: EVIDENZE DA UNO STUDIO DI NEUROIMAGING
Obiettivi:
La stimolazione dei punti di agopuntura sui meridiani ha dimostrato di attivare aree specifiche del cervello umano, come evidenziato da studi di imaging funzionale. Fino ad oggi, la specificità di agopunti situati sui meridiani diversi è stata studiata con l'immagine di risonanza magnetica funzionale (fMRI). Il presente studio con fMRI ha esaminato gli effetti della stimolazione di 4 punti localizzati su 2 meridiani differenti, al fine di determinare la risposta specifica dei punti localizzati sullo stesso meridiano.
Materiali e metodi:
I punti studiati sono stati LR3 (Taichong) e LR6 (Zhongdu), che appartengono al meridiano del fegato Zu Jueyin; ST36 (Zusanli) e ST43 (Xiangu), che appartengono al meridiano dello stomaco di Zu Yangming; e 2 punti nelle vicinanze. Cinquantatre soggetti sani sono stati divisi in 6 gruppi randomizzati. Ad ogni gruppo è stata praticata l'agopuntura su un punto terapeutico. Tutti i punti in questo studio sono stati stimolati solo sul lato destro del corpo del soggetto. Attraverso l'analisi dei dati della fMRI di tutti i soggetti, abbiamo riscontrato segni di attivazione del sistema nervoso centrale (CNS) evocati dall' agopuntura.
Risultati:
Contrariamente all’ attivazione del CNS ottenuta dalla stimolazione dei punti prossimali, i risultati hanno mostrato che tutti e 4 i punti presi in esame esame hanno avuto un effetto comune nell’ attivazione di 2 aree specifiche del cervello: l'area somatosensoriale primaria bilateralmente e il cervelletto omolaterale. La stimolazione dei punti LR3 e LR6 ha evocato l'attivazione del lobo parietale superiore omolaterale (BA7); la stimolazione dei punti ST36 e ST43 ha evocato l’attivazione del giro frontale medio (BA10) omolaterale. Conclusioni: Questi risultati suggeriscono che diversi punti di agopuntura posti sullo stesso meridiano possono attivare alcune aree del cervello simili. Inoltre, i punti che vengono comunemente utilizzati nella pratica clinica potrebbero modulare ben più vaste aree corticali rispetto ai punti utilizzati in questo lavoro.
Fonte: